Kinesiografia
KINESIOGRAFIA nelle
SINDROMI DISFUNZIONALI DELL’ATM
Dal momento che la postura condilare è funzione di un fisiologico rapporto mandibolo-cranico, è logico ritenere che la disposizione dei condili è funzione sia del corretto posizionamento spaziale della mandibola sia della situazione strutturale.
Ecco allora che un approccio alle sindromi dell’ATM mirato al raggiungimento del corretto riposizionamento del condilo, attraverso l’eliminazione degli ostacoli che impediscono il riposizionamento della mandibola agevola e amplia il campo d’azione.
In quest’ottica, la necessità di ricavare informazioni relative all’attività muscolare e alla situazione scheletrica, entrambi modulatori del movimento e componenti l’ATM, fa assurgere la kinesiografia a ruolo di strumento guida nell’approccio diagnostico e terapeutico nelle sindromi dell’ATM.
Il protocollo kinesiografico prevede:
ESAME INIZIALE
• per stabilire l’etiopatogenesi: verificare cioè se la sindrome debba essere correlata a squilibri dell’apparato stomatognatico in senso stretto oppure possa essere connessa a problemi posturali di varia natura;
• per individuare l’adeguata terapia:
– più semplice nei casi di patologia occlusale primaria, nei quali in genere la prognosi sarà favorevole;
– più complessa, nei casi di patologie relative alla deviazione dei segmenti scheletrici, in cui è necessario stabilire la reversibilità o meno delle stesse. In caso di irreversibilità è indispensabile individuare il giusto equilibrio a livello articolare attraverso una quantificazione oggettiva degli svincoli di lateralità e di protrusiva propri di quel paziente.
ESAMI INTERMEDI
• per controllare, nel loro divenire, eventuali modifiche a livello condilare, sfruttando l’immediatezza della risposta propriocettiva a qualsiasi stimolo che intervenga a livello occlusale;
• per quantificare e certificare l’entità delle stesse in maniera per nulla invasiva.
ESAME FINALE
• di controllo, di conforto e di certificazione della terapia eseguita.
Il trauma ha creato una limitazione funzionale all’ATM di destra, come mostrano inequivocabilmente i tracciati di protrusiva (deviato a destra) e di lateralità (limitato a sinistra), ma non c’è un vero e proprio blocco dell’ATM destra. Lo esclude il movimento di apertura, ampio e solo leggermente deviato a destra e la deviazione destra in protrusiva che avviene soltanto in prossimità e dopo il testa a testa incisale, per cui si può ipotizzare una dislocazione parziale del menisco di destra.
L’intervento chirurgico ha condizionato la funzione dell’Atm di destra e la postura mandibolare. Il tracciato di massima apertura è limitato e nettamente deviato a destra, così come la protrusiva, mentre è compromessa la capacità di svincolare a sinistra.